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La filiera della carne piemontese si ispira al mondo del vino e chiede alla Regione: tracciabilità nel canale Horeca E fondi per una grande campagna di comunicazione

Sostenibilità economica degli allevamenti, tracciabilità della qualità, informazione al consumatore. Sono le tre azioni chiave della strategia di valorizzazione della Razza Piemontese discussa domenica  – all’azienda agricola l’Isola della Carne di Isola d’Asti – in occasione della tavola rotonda promossa da Cia Asti e Cia Piemonte con tutti gli operatori della filiera.  Sono intervenuti l’assessore regionale all’Agricoltura e al Cibo Marco Protopapa con il dirigente dell’assessorato Paolo Balocco, il presidente di Cia Piemonte Gabriele Carenini, il presidente di Coalvi Guido Groppo, il presidente di Adialpi Giovanni Dalmasso,  Gian Piero Ameglio dell’Associazione Piemontesisti, Roberto Boetti manager della Cooperativa Compral,  Silvia Cugini, presidente dell’associazione consumatori ADOC Piemonte, Stefano Rossotto,  presidente Cia delle Alpi e Daniela Ferrando presidente di Cia Alessandria. L’incontro tecnico si è aperto con una proposta concreta lanciata dal padrone di casa, Marco Capra, titolare dell’azienda di famiglia: <Dobbiamo far conoscere i pregi della razza piemontese ai consumatori finali, seguendo l’esempio delle politiche di promozione avviate con successo dal mondo del vino. Abbiamo una IGP da valorizzare attraverso una serrata campagna di comunicazione. Deve crederci tutta la filiera e alla Regione chiediamo di supportarci in questo sforzo>.

Gli assi nella manica che la Piemontese può giocare sono tanti: dal contenuto nutrizionale ricco di Omega-3 e Omega-6 e povero di colesterolo, alla sostenibilità ambientale degli allevamenti testimoniata dallo studio rigoroso realizzato dal Consorzio di tutela Coalvi sotto la guida del Dipartimento di Scienze agrarie, forestali e alimentari e del Dipartimento di Management dell’Università di Torino. Il primo Bilancio di sostenibilità ha infatti dimostrato che gli allevatori di Fassone Piemontese (1300 a livello regionale, 161 nell’Astigiano) grazie alla coltivazione di 56mila ettari di foraggio catturano quasi il doppio della CO2 immessa nell’atmosfera dai 130 mila capi allevati. Bisogna lavorare su un patto tra produttori e consumatori, assicurando al primo anello della catena produttiva la giusta remunerazione, si è rimarcato nella tavola rotonda, dove è stato ricordato anche il ruolo dei margari e degli allevamenti d’alpeggio. Oggi i prezzi alla stalla sono gli stessi di 20 anni fa e non coprono i costi di produzione maggiorati dai rincari energetici e delle materie prime, denunciano gli allevatori.  L’inflazione che taglia il potere di spesa è un grosso problema: <Bisogna incoraggiare i consumi puntando sulla qualità, bisogna  formare e informare i consumatori, partenendo dalle scuole e dalle giovani generazioni>, ha suggerito Silvia Cugini, presidente dell’Associazione consumatori ADOC Piemonte.

Tra le azioni necessarie richieste alla Regione, anche una normativa che preveda l’obbligo di fornire le informazioni sull’origine della carne bovina consumata nel canale Horeca, al ristorante come nelle mense. Una bozza in tal senso era già stata presentata lo scorso anno alla Regione da tutte le 

componenti della filiera e l’assessore Protopapa ha confermato la piena disponibilità ad appoggiare un provvedimento in tal senso <purché condiviso dall’intero comparto e opportunamente corredato da un severo piano di controlli che ne avvalori l’efficacia>. L’assessore Protopapa ha annunciato che è in fase di lancio una campagna di comunicazione a favore della Razza Piemontese; importanti risorse  a favore del comparto sono contenuti nel nuovo Psr 2023-2027 e altre opportunità si potranno concretizzare con i fondi del PNRR a favore delle filiere: <La creazione di un Distretto della carne consentirebbe di accedere a finanziamenti nazionale>, ha puntualizzato il direttore dell’assessorato Paolo Balocco auspicando la disponibilità delle aziende a fare rete.

Nel messaggio finale il presidente di Cia Piemonte Gabriele Carenini ha sottolineato che “gli allevatori sono un patrimonio da salvaguardare per l’economia regionale e per la tutela dell’ambiente che grazie a loro viene salvaguardato, tanto in montagna come in pianura. Lavoriamo insieme per fare concreti passi avanti sulla tracciabilità e sulla catena del valore, a tutela degli agricoltori, delle loro famiglie e dei consumatori>.

Gli esponenti della filiera della carne con i vertici di Cia Piemonte, Asti, Alessandria, delle Alpi, l’assessore regionale all’Agricoltura e al Cibo Marco Protopapa e il direttore dell’assessorato Paolo Balocco

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